L’idea è una di quelle che lasciano sorpresi per semplicità e per ribaltamento dei luoghi comuni. Ben lontano dal concetto di allevamento, l’antigabbia – così è già stata ribattezzata, ma a noi pare più una nursery – che la Cooperativa dei Pescatori ha sorprendentemente impiantato al largo di Cazzago pare funzionare davvero già a pochi giorni dall’installazione.

 

 

Si tratta di una struttura di rete alta 5 metri, posata a formare un quadrato di 8 metri di lato, con una maglia sufficientemente larga da permettere agli avannotti di pesce, in particolare di persico e sandra, di circolare liberamente e di sfruttare a proprio piacere le correnti, sfuggendo così alle stratificazioni che il nostro lago regala. Un luogo sicuro quindi in cui trovare rifugio dalle scorribande dei predatori, pesci o uccelli che siano, dimensionata per dare protezione proprio nei primi mesi di vita quando la decimazione della micidiale lotta per la vita fa maggiori vittime.

 

 

Un cubo di acqua protetta di 320 milioni di litri da subito preso d’assalto perché sapientemente realizzato a ridosso di una delle legnaie, luogo di deposizione e di schiusa delle uova dei persici che i pescatori predispongono ogni primavera, e lontano dai ripari naturali delle rive che l’eutrofia ormai condanna all’eccessivo riscaldamento.

 

 

L’operazione, che cela una profonda conoscenza del comportamento delle specie animali e dell’ambiente nel suo complesso, timidamente getta un po’ di dubbio sulle parole dei grandi esperti che leggiamo, ormai senza più alcuna speranza, periodicamente sui nostri giornali.

 

 

E l’augurio è che a queste azioni di tutela della Cooperativa, degne di una lotta senza pari, seguano finalmente le azioni di chiusura degli scarichi fognari promesse da troppo tempo dalle amministrazioni dei comuni che si affacciano sul nostro bel lago.

Ai frequentatori del lago e ai pescatori tutti, infine, va la nostra preghiera di mantenersi ad una distanza minima di rispetto.

Grazie