Prima l’uovo o la gallina?

Economia ed ambiente sul nostro lago vanno a braccetto da sempre.

La vita della cooperativa e delle famiglie dei pescatori è indissolubilmente legata al benessere del lago ed all’equilibrio delle specie presenti.

D’altra parte però, come in ogni attività, è la presenza della filiera commerciale a rendere possibile e sostenibile la cultura della pesca.

E’ questa la semplice ricetta che ha consentito, con folgorante evidenza nei decenni dal ‘20 al ’60 prima cioè che il carico eutrofico arrivasse a compromettere ogni stabilità nelle specie presenti, la realizzazione di un perfetto equilibrio: tanto pesce il lago era in grado di produrre, tanto il mercato era in grado di assorbire.

Da qui la domanda di prima rielaborata:

la pesca ha smesso di esser una fonte di reddito sostenibile per la sacrosanta necessità di qualità di vita dei pescatori a causa della mutata condizione delle sue acque (che ha determinato una deriva delle specie ittiche presenti verso quelle meno pregiate, ma si badi bene che non ha per nulla compromesso il quantitativo totale di pesci presenti nel lago, che anzi forse è aumentato) oppure è stata la mutata capacità recettiva del mercato e le attuali abitudini alimentari degli abitanti dei paesi qui attorno?

D’altronde come non apprezzare le comodità del pesce che troviamo ben pulito ed incellofanato sui banconi dei supermercati, allevato o pescato in un qualche oceano lontanissimo da qui.

Ma vi siete mai domandati con quali “costi” per l’ambiente e con quali compromessi?

Ecco dunque il vero significato dell’evento che si è tenuto all’Isolino Virginia sabato 11 giugno: ripartire dal consumo dei pesci locali per garantire al sistema lago di riprendere i propri equilibri.

Presenti Gualtiero Marchesi e alcuni chef locali sono stati presentati 5 piatti cucinati da noi secondo ricette che hanno, anche a detta degli illustri ospiti, correttamente esaltato i sapori dei pesci.

Ben mi vogliano i pescatori sportivi, e gli amanti della natura in genere e del nostro bel lago: i primi diretti interessati alla sopravvivenza delle specie più pregiate (quelle che a tutti piace pescare e veder floride nelle nostre acque) siamo proprio noi.